Il Campidoglio è stato
luogo di incontro per oltre trecento friulani intervenuti per partecipare alla
consegna del premio Giovanni da Udine, mentre stamani una delegazione sarà in
Vaticano in udienza da Papa Ratzinger. Alla presenza del presidente del Fvg,
Renzo Tondo, e del presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, il
sindaco di Roma, Gianni Alemanno ha ricordato l’importanza del principio di
identità, ma soprattutto «il ruolo della Capitale che non appartiene solo ai
romani, ma a tutti coloro che guardano a Roma come al luogo dell’unità
nazionale. In questo momento di crisi bisogna fare riferimento all’unità
d’Italia e spero che il 150° anniversario, nel 2011, sia l’occasione per
ribadirlo».
Un avvenimento davvero
memorabile per i friulani “de Roma” arricchito dal riconoscimento speciale – una
medaglia - che il capo dello Stato Napolitano ha voluto fosse assegnato ai
fratelli Valentino e Mario Collavino, a cui è stata affidata la costruzione
della Freedom Tower di New York che sorgerà su Ground Zero, al posto delle Torri
gemelle.
Una giornata anche
commovente perché alla decima edizione del premio, conferito dal Fogolâr della
Capitale che celebra quest’anno i sessant’anni di fondazione, c’erano davvero
tutti, nonostante la giornata politicamente burrascosa che ha fatto arrivare il
sindaco Alemanno con un lieve, giustificato ritardo. C’erano, anzitutto, i
vincitori del premio: il floricoltore Odorico Altieri, il nunzio apostolico
monsignor Diego Causero, il giornalista e scrittore Roberto Gervaso,
l’imprenditore Gabriele Massarutto, il giornalista sportivo Bruno Pizzul, il
direttore di fotografia Dante Spinotti e l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi
(unico assente l’attore Franco Castellano).
«In Friuli siamo un
milione, ma in giro per il mondo siamo tre milioni con tanti imprenditori,
scienziati, artisti», ha esordito il presidente dell’Ente Friuli nel mondo,
Piero Pittaro. «Questo premio ricorda la grandezza dei friulani, soprattutto
nelle avversità, e tiene alto il nome della Piccola Patria», ha detto il
presidente della provincia di Udine, Piero Fontanini. Sul senso di appartenenza
ha battuto anche il presidente del Fvg, Renzo Tondo, sottolineando come in
Friuli, come in altre parti del mondo, la presenza friulana ha concorso alla
crescita economica e civile dopo tanti momenti difficili. «Guai a noi – gli ha
fatto eco in serata, alla cena di gala, il presidente del Consiglio Fvg,
Maurizio Franz – se in questo momento di difficoltà per l’economia non sapessimo
percorrere la strada che i friulani hanno tracciato facendo conoscere capacità,
talenti, inventiva». Quindi il sindaco Alemanno, che il presidente del Fogolâr
romano, Adriano Degano, ha nominato “lustrissim dal Friûl” ha fatto cenno al
ruolo pacificatore di Roma, simbolo dell’unità del Paese, capace di
rappresentare tutte le identità locali composte da 8mila 500 campanili.
Gianni Bisiac, presidente
del Giovanni da Udine, ha quindi dato inizio alla premiazione. Ai vincitori è
andata una scultura di Franco Maschio con una medaglia. Tante le presenze
ineludibili: c’erano l’arcivescovo di Udine Bruno Mazzocato con il predecessore
Pietro Brollo, i parlamentari Lenna e Pertoldi, il presidente del Consiglio Fvg
Maurizio Franz con il vice Salvador, l’assessore regionale Molinaro con il
segretario generale della giunta Bertuzzi, i presidenti della provincia di
Udine, Fontanini e di Pordenone, Alessandro Ciriani, i sindaci di Tarvisio
Carlantoni, di Tolmezzo Zearo, e di Resia Chinese. In particolare il senatore
Saro ha letto un messaggio del presidente del Senato Schifani. A onorare i
premiati c’erano pure il senatore Toros, il rettore dell’ateneo udinese
Cristiana Compagno, il colonnello Mazzavilla comandante provinciale dei
carabinieri a Roma, di origine friulana, monsignor Genero, il poeta Domenico
Zanier, il giornalista Piero Villotta, Alberto Picotti, Ivano Del Fabbro,
l’ingegner Francesco Pittoni vicepresidente del Fogolâr di Roma, Luigi Papais
presidente della Consulta nazionale dell’emigrazione e monsignor Dionisio
Mateucig rettore del santuario del monte Lussari, una cui statuetta della
Madonna sarà consegnata stamani al Papa nella ricorrenza dei 650 anni
dall’apparizione, quando una delegazione friulana sarà ricevuta in udienza.
La serata è stata allietata dal concerto della corale alpina Ardito Desio (era
presente anche la figlia del compianto esploratore) diretta dal maestro
Nazzareno Modesti. Ha chiuso, inaspettato, uno dei premiati, Roberto Gervaso:
«Con una madre di Attimis, il papà calabrese, e una moglie siciliana – ha
sorriso –, posso dire di avere unificato l’Italia».
Silvano Bertossi